Le tre genti: i vampiri

Umani, vampiri, lupi mannari: le tre genti che hanno deciso le sorti dell’impero antico e il cui equilibrio è fondamentale per la prosperità e sicurezza del regno. Ma quali sono le caratteristiche dei vampiri?

I vampiri sono stati gli ultimi delle tre genti a comportarsi come un gruppo unito. Sono sempre intervenuti nelle politiche dell’impero, forti della ricchezza e dell’esperienza accumulata nei secoli, ma fino alla battaglia del Frigido hanno agito individualmente, o per famiglie o alleanze; non si erano mai pensati come una gente unica e non si erano dati leggi proprie. Di fronte alla compattezza di umani e lupi mannari, hanno dovuto farlo.

Fisicamente, un vampiro si distingue dagli umani per l’aspetto più emaciato, gli occhi fondi e cerchiati di rosso, i denti aguzzi anche quando le zanne non sono completamente sfoderate. Le zanne infatti sono retrattili; un vampiro assetato o arrabbiato ha le iridi rosse e gli occhi iniettati di sangue. Hanno forza e velocità superiore a quelle di un umano della stessa stazza, e sensi acuti, soprattutto di notte.

Dipendono dal sangue per restare in vita e più ne hanno più assomigliano agli umani: possono bere, mangiare e sopravvivere alla luce del sole. Il sole non li brucia all’istante, ma al sole consumano più sangue per restare in vita.

Un vampiro muore per dissanguamento: il modo più veloce è quello tradizionale di trafiggerli al cuore e/o decapitarli. Possono anche essere fatti a pezzi, ma questo deve essere fatto velocemente: finché un vampiro ha sangue in corpo, il sangue viene consumato per riparare all’istante le ferite, anche molto gravi, capacità che rallenta mano a mano che la quantità di sangue diminuisce. Prima di soccombere, in genere il vampiro ha un momento in cui perde completamente la coscienza di sé e il controllo: la sete lo vince e fa qualsiasi cosa pur di procurarsi il sangue che gli consente di continuare a vivere. Questo li rende difficili da uccidere.

Un’altra capacità dei vampiri che è legata al sangue e che si affina con il tempo è la lettura del sangue: bevendo il sangue di un umano, il vampiro ha accesso, del tutto o in parte, alle sue emozioni e di conseguenza ai suoi ricordi. Quanto e in che profondità dipende da una moltitudine di fattori: quanto è recente il ricordo, che incidenza emotiva ha avuto, quanta attenzione ci mette l’umano nel momento in cui il suo sangue viene prelevato, altre emozioni e ricordi che interferiscano. I vampiri sono convinti di poter scoprire la verità in questo modo, in realtà è possibile ingannarli, anche se richiede freddezza e capacità di inventare un ricordo emotivamente intenso come un fatto reale.

Anche se il sangue è l’alimento principale, possono in parte sopperire assorbendo l’energia vitale, che chiamano “spirito”, di una persona. Il danno prodotto all’umano è minore, ma anche l’effetto benefico sul vampiro. Anche questa non è una tecnica comune, è antica, e richiede tempo per essere appresa.

Si diventa vampiri in due modi: gli umani possono essere trasformati in vampiri, oppure può nascere un ibrido da un vampiro maschio e una donna umana (mai il contrario: per quanto sangue bevano, le vampire non sono in grado di stabilire/recuperare le funzioni riproduttive). In quest’ultimo caso, se nasce un ibrido maschio, la madre umana muore di consunzione al momento del parto, se nasce un ibrido femmina (eventualità abbastanza rara) la madre, se ben curata, può sopravvivere. Questo ha fatto nascere la credenza che le vampire nate siano più deboli perché si dice non prendano abbastanza forza dalla madre. Stando così le cose, portare in grembo il figlio di un vampiro è considerato una condanna a morte e per questo motivo difficilmente c’è una relazione affettiva tra i due genitori e quasi mai un matrimonio vero: a partire dal 1533 ab urbe condita una legge ufficializza questa differenza rispetto al matrimonio umano. Le donne umane che vanno “in sposa” ad un vampiro sono dette concubine e il padre ne firma la cessione, spesso per ripagare in questo modo un debito di qualsiasi genere verso il vampiro stesso, o per ottenere un pagamento in cambio della figlia (perché non può darle una dote degna del rango, ad esempio, o per ripagare un debito verso terzi).

I vampiri, maschi o femmine, nati da un vampiro e un’umana, sono detti nobili, anche in assenza di un titolo nobiliare vero e proprio, e si considerano un gradino al di sopra di quelli che sono invece stati trasformati. Il vampiro che viene trasformato si definisce “creatura” del vampiro che lo trasforma (“capostipite”). Tra capostipite e creatura si instaura inoltre un legame telepatico e in qualche caso empatico: possono comunicare a distanza (più grande la distanza, più difficile sentirsi, ed è un’abilità che migliora con il tempo e la pratica) e sentono, a meno che non interrompano volontariamente il contatto, le emozioni più significative gli uni degli altri, inclusa la morte di uno dei due. Creature di uno stesso capostipite non possono comunicare tra loro allo stesso modo. Questo legame può essere cancellato se una creatura, in punto di morte per dissanguamento, viene salvata dal sangue di un altro vampiro nobile. La creatura non stabilisce un nuovo legame con il vampiro nobile, ma perde quello con il capostipite. Il legame esiste anche tra genitore e figlio e in questo caso non può essere cancellato, ma è più facile per i due vampiri tenersi reciprocamente a distanza.

I vampiri nati o nobili si trasformano lentamente a partire dal sedicesimo anno di vita circa, e la trasformazione si completa naturalmente attorno al ventiquattresimo, o prima se interviene un evento violento che causerebbe la morte (ma non per dissanguamento o decapitazione) dell’ibrido, se fosse completamente umano.

I vampiri ereditano indipendentemente dal loro sesso: è erede il primogenito o primogenita e in assenza di figli naturali l’eredità passa alle creature in ordine di età. Questo fa sorgere diversi conflitti giuridici di attribuzione ed è il motivo per cui la professione giuridica in questo mondo è altamente apprezzata, visto che le successioni si regolano in base alla razza, in base alla legge che si applica alla razza di chi governa un certo territorio, e in base ad eventuali accordi aggiuntivi che possono essere stipulati.

La longevità rende i vampiri più conservatori e generalmente più attaccati ai costumi antichi, ma per quanto riguarda le aspettative sociali legate al genere (maschio/femmina) sono più flessibili proprio per il fatto che la loro successione privilegia la linea di sangue indipendentemente dal genere, pertanto è più comune trovare un genere che svolge compiti o professioni solitamente attribuiti all’altro genere non solo tra i vampiri ma anche tra gli umani che abitano terre governate dai vampiri (es. donne soldato).

Il Consiglio dei Nobili Vampiri nasce attorno al 1500 a.u.c. nel tentativo di stabilire un’istituzione parallela al governo del re, che garantisse un equilibrio tra le razze e tra i vampiri, in modo che questi ultimi potessero prosperare. È guidato da un princeps, Quinto Cecilio Metello, affiancato da due maggiorenti, Falco e Nicodemo; tutti e tre hanno rinunciato al governo di una partizione territoriale in nome dell’equilibrio. Con il tempo è diventato una specie di camera di consiglio che affianca il re, appoggia la casa reale e svolge funzioni di mediazione tra i nobili vampiri e tra i vampiri e la casa reale. Fanno parte del Consiglio tutti i vampiri con una regione da governare.

Pubblicato

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *